Maniago (PN), famoso in tutto il mondo per la produzione di coltelli e arnesi da taglio, viene citato per la prima volta il 12 Gennaio 981 in un documento ufficiale in cui l'imperatore Ottone II confermava al Patriarcato di Aquileia il possesso della corte di Maniago.
L'inizio della storia dei fabbri maniaghesi si può datare 1453, quando Nicolò di Maniago ottenne dal Magistrato delle Acque di Venezia il permesso di incanalare in una roggia l'acqua del torrente Còlvera. Lungo la roggia, in corrispondenza di adeguati salti di quota, vennero costruiti diversi battiferri, all'interno dei quali si iniziarono a produrre, oltre agli strumenti per l'agricoltura, anche spade e armi d'asta per la Repubblica di Venezia. Da allora Maniago ha dato i natali a centinaia di fabbri e coltellinai e oggi è sede del Distretto delle coltellerie, formato da 9 comuni del mandamento, che impiega circa 1.000 addetti nel solo ciclo produttivo degli articoli da taglio e si qualifica come secondo polo industriale della provincia di Pordenone. L'edificio che ospitò dal 1907 la prima grande fabbrica di coltelli di Maniago è oggi sede del Museo dell'arte fabbrile e delle coltellerie, all'interno del quale sono ricostruiti gli ambienti di lavoro ed esposte le principali produzioni passate e presenti dell'industria cittadina.
Cuore pulsate della comunità di Maniago, che conta circa 12.000 abitanti, è la grande piazza Italia, su cui si affacciano i principali edifici storici: dal quattrocentesco Duomo in stile tardo-gotico friulano dedicato a San Mauro Martire a Palazzo D'Attimis Maniago, sulle cui mura è affrescato il leone marciano, attribuito a Pomponio Amalteo e testimonianza del lungo dominio veneziano. Su un colle alle spalle del palazzo, sorgono le rovine dell'antico castello, costruito probabilmente nell'XI secolo e definitivamente abbandonato nel corso del Seicento.
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