ePrivacy and GPDR Cookie Consent management by TermsFeed Privacy Generator Palermo: storia di cibo e trasformazione (game) | Italy for Movies
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Palermo: storia di cibo e trasformazione (game)

La narrazione orchestrata dal team di We Are Müesli è un percorso molto più approfondito di un semplice itinerario turistico: con The Great Palermo si esplora l’anima enogastronomica e popolare del capoluogo siciliano. Il cibo è riscoperto come specchio di uno spazio urbano pieno di emozionanti contraddizioni.

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Le location

Palermo
Regione: Sicilia Tipologia: Città Territorio: mare

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Spiaggia di Mondello – Palermo

Il centro di Palermo

Il giocatore, nelle vesti del piccolo Gaetano, è catapultato in una città colorata e godereccia, alla scoperta delle leccornie dello street food, legate a doppio filo con la storia dei luoghi, le numerose dominazioni straniere succedutesi nel corso dei secoli e la multiculturalità degli abitanti e delle loro tradizioni. Una “storia di cibo e trasformazione” che parte dalla Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, detta anche Chiesa della Martorana: un punto di partenza iconico che, soprattutto negli ultimi anni, è stato il simbolo della rinascita culturale della città. Le tre cupole di maestranza araba dell’adiacente Chiesa di San Cataldo fanno da sfondo alla storia di un particolare tipo di dolce, la frutta martorana (o pasta reale): nata grazie a un simpatico aneddoto che riguarda la visita di un Papa e la solerzia di alcune suore nell’abbellire gli alberi di un piccolo giardino. Dalla Piazza Bellini si prosegue nell’itinerario lungo la strada del Cassaro, con il suo passìo: la lunga via che porta fino al mare è sempre stata, a partire dall’età moderna e dalla dominazione spagnola, occasione per sfoggiare i propri gioielli e i propri abiti costosi. La doratura degli addobbi e delle vesti ha sempre e intensamente coinvolto Palermoogni qual volta vi fosse una festività. La stessa doratura la ritroviamo nella frittura di altri cibi tipici, le panelle e le arancine. Le due prelibatezze fanno da sfondo, rispettivamente, alla Chiesa di San Giovanni degli Eremiti e al traghetto: il primo, luogo austero di maestranze arabo-normanne; il secondo un mezzo particolarmente simbolico per un’isola come la Sicilia, che rimanda a coloro i quali, nel corso dei secoli, hanno lasciato l’isola in cerca di fortuna o che sono ritornati amorevolmente tra le sue braccia. Il mare su cui si adagia il traghetto è inoltre strettamente legato ai suoi doni, che i palermitani hanno da sempre avuto a cuore: tra le spiagge di Mondello, all’ombra del Monte Pellegrino, e lungo la battigia di Sferracavallo, è d’obbligo assaporare il polpo; cucinato in diversi modi, ma tutti orientati ad esaltare l’emozione iodata dei fortunati avventori.



 
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I dolci 

Levando lo sguardo dal mare e tornando alle vie del centro storico per un’altra scorribanda gastronomica, vedremo Gaetano imbattersi in una sacra tradizione palermitana, quella dei dolci. Da citare la famosa Iris con ricotta davanti al chiosco del Ribaudo, esempio della Palermo Liberty di fine Ottocento, che si erge nelle vicinanze dell’imponente Teatro Massimo, il terzo teatro d’Europa per ordine di grandezza. E, cogliendo il dolce al balzo, quale migliore panorama per gustare un altro leccornia, la Sfincia di San Giuseppe? Un tripudio ricolmo di ricotta che, per tradizione, si prepara ogni 19 marzo dell’anno.



 
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Palermo

Il cuore della città, le “balate” della Vucciria

Da piazza Verdi si ritorna nella vicina via Roma, imponente strada costruita agli inizi del Novecento. Dapprima si attraversano i cosiddetti Quattro Canti, l’incrocio principale del centro storico palermitano, fulcro della mondanità antica e punto di incrocio delle principali vie spagnole, Via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele (il Cassaro già citato). Alla luce dello splendido sole del sud, una ghiotta occasione per gustare una rinfrescante grattatella (una bevanda simile alla granita). Arrivati in via Roma, si scopriranno i segreti, i misteri e la popolarità del mercato della Vucciria, a partire dalla soglia che ne delimita il confine: sulla scala pedonale “Discesa Caracciolo” vi è la possibilità di gustare forse il più celebre esempio di street food cittadino, ossia il pane ca’ meusa (la milza del vitello): il commerciante e il suo grande pentolone che ribolle d’olio e carne accolgono il giocatore nel quartiere della Vucciria, dove troviamo le celebri balate (le pietre che compongono il manto stradale). È il momento giusto per gustare vino e gazzosa e assaporare il carattere più popolare della città, passando per le vie che si snodano dentro il mercato rionale fino a Piazza Garraffello



 
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Religione e tradizione

Per Gaetano c’è spazio anche per una visita fuori città, sul Monte Pellegrino, dove è collocato il Santuario della famosa Santa Rosalia, patrona dei palermitani. Al centro di una sentitissima tradizione religiosa, il giocatore viene coinvolto dal sapore del babbalucio (la lumaca nota in Francia come Escargot), alla base di un piatto tipico della festa dedicata alla Santa che porta i venditori ambulanti a esporre i loro sacchi di iuta pieni dei suddetti invertebrati.

The Great Palermo è un’elegante ballata d’autore, che coinvolge il giocatore nei luoghi più famosi e ricchi di storia di Palermo senza perdere mai l’occasione di fargli gustare ottimi manicaretti. Le numerose etnie, culture e tradizioni differenti, avvicendatesi nella storia di Palermo, hanno trovato nel cibo uno dei modi più efficaci per tramandarsi nel corso dei secoli. 



 
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