"Quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte"
Alessandro Siani alias Mattia Volpe
Alberto e Silvia vivono a Usmate Velate, un tranquillo e ordinato paese della Brianza. L’uomo è direttore delle Poste locali, ma ambisce a dirigere un ufficio a Milano, movimentata, moderna, piena di opportunità anche per il piccolo Chicco. Il Duomo, imponente, svetta come sfondo dell’affollata scena iniziale. Ma le cose non vanno come sperato e la carriera di Alberto ha una brusca frenata dopo aver tentato con l’inganno di farsi mandare nel capoluogo lombardo. Così il trasferimento arriva, ma non è quello sperato e Alberto si vede costretto a partire per Castellabate (SA) nel temuto Sud, dove comanda la camorra, le città sono piene di rifiuti e fa un caldo insopportabile.
Ben presto però, dovrà ricredersi sui suoi pregiudizi e scoprirà in Castellabate un luogo pittoresco dal clima ideale, dove gli abitanti sono ospitali e affettuosi, il cibo è buono. Il nuovo direttore è accolto dai suoi colleghi con una ricca cena in zona Porto delle Gatte, antico approdo del XII secolo con struttura ad archi.
Non passerà troppo tempo e Alberto, trascorsi i fine settimana con la famiglia al Nord, sentirà il bisogno di tornare in tempo per ammirare lo spettacolo del tramonto sul mare.
La scelta di Castellabate, in particolare del suo borgo medievale e delle frazioni marine di San Marco e Santa Maria, tutte comprese nel Parco del Cilento è dovuta alla necessità di ricreare un ambiente che avesse paesaggi collinari che si affacciano sul mare.
La piazzetta dell’ufficio postale è il luogo principale del film, dove si gioca a calcio e a biliardino durante le pause dal lavoro: si tratta di Piazza 10 ottobre 1123 (data di fondazione del castello), nel centro medievale, e l’edificio che nel film ospita le Poste è un bar.
Fare il postino al Sud non è attività semplice: Alberto se ne rende conto quando deciderà di accompagnare Mattia nelle sue consegne, imponendogli di non bere caffè perché lo rende irascibile. Ma non si può dire di no all’ospitalità degli abitanti di Castellabate, e così tra un bicchiere di vino e un sorso di limoncello, i due postini si ritroveranno al Porto Turistico, nella frazione di San Marco.
La scena del concerto della banda del paese è girata nel Belvedere di San Costabile, una piazzetta panoramica a picco sul mare, che si trova sulla collina di Castellabate proprio di fronte al Castello dell’Abate che dà il nome al borgo. Alcune scene del film, ad esempio quella in cui Alberto scappa intimorito dai colleghi che lo inseguono, sono girate tra gli stretti vicoli, gli archi e le scale in pietra del borgo antico.
Passa il tempo e l’amicizia tra Alberto e i suoi colleghi si fa più profonda, in particolare quella con Mattia, che lo porta a pescare lungo il tratto di mare tra San Marco e Santa Maria di Castellabate chiamato Mare del Pozzillo.
Alberto si rende conto che la lontananza sta paradossalmente facendo bene al suo matrimonio, purché Silvia continui a mantenere i suoi pregiudizi sul Sud e sui suoi abitanti. Finché la donna, in un eccesso di solidarietà, decide di andare a verificare di persona le pessime condizioni di vita del marito. Sin dall’arrivo alla stazione di Castellabate (in realtà qui la stazione non esiste, le scene sono state girate presso la stazione di Capranica-Sutri in provincia di Viterbo), si troverà davanti ad uno scenario peggiore di quello che lui le ha raccontato. La messinscena organizzata dai colleghi dell’ufficio postale, con tanto di finto rapimento, viene allestita presso la Torretta, masseria fortificata seicentesca alle porte di San Marco di Castellabate e nella base militare di Persano (frazione di Serre in provincia di Salerno).
Nella scena risolutiva del film, sotto una pioggia di fuochi d’artificio, durante la festa del paese che si svolge presso la Marina Piccola (nel cuore di Santa Maria di Castellabate), Alberto si chiarisce con la moglie Silvia e Mattia si dichiara a Maria.
"Quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte"
Alessandro Siani alias Mattia Volpe
Alberto e Silvia vivono a Usmate Velate, un tranquillo e ordinato paese della Brianza. L’uomo è direttore delle Poste locali, ma ambisce a dirigere un ufficio a Milano, movimentata, moderna, piena di opportunità anche per il piccolo Chicco. Il Duomo, imponente, svetta come sfondo dell’affollata scena iniziale. Ma le cose non vanno come sperato e la carriera di Alberto ha una brusca frenata dopo aver tentato con l’inganno di farsi mandare nel capoluogo lombardo. Così il trasferimento arriva, ma non è quello sperato e Alberto si vede costretto a partire per Castellabate (SA) nel temuto Sud, dove comanda la camorra, le città sono piene di rifiuti e fa un caldo insopportabile.
Ben presto però, dovrà ricredersi sui suoi pregiudizi e scoprirà in Castellabate un luogo pittoresco dal clima ideale, dove gli abitanti sono ospitali e affettuosi, il cibo è buono. Il nuovo direttore è accolto dai suoi colleghi con una ricca cena in zona Porto delle Gatte, antico approdo del XII secolo con struttura ad archi.
Non passerà troppo tempo e Alberto, trascorsi i fine settimana con la famiglia al Nord, sentirà il bisogno di tornare in tempo per ammirare lo spettacolo del tramonto sul mare.
La scelta di Castellabate, in particolare del suo borgo medievale e delle frazioni marine di San Marco e Santa Maria, tutte comprese nel Parco del Cilento è dovuta alla necessità di ricreare un ambiente che avesse paesaggi collinari che si affacciano sul mare.
La piazzetta dell’ufficio postale è il luogo principale del film, dove si gioca a calcio e a biliardino durante le pause dal lavoro: si tratta di Piazza 10 ottobre 1123 (data di fondazione del castello), nel centro medievale, e l’edificio che nel film ospita le Poste è un bar.
Fare il postino al Sud non è attività semplice: Alberto se ne rende conto quando deciderà di accompagnare Mattia nelle sue consegne, imponendogli di non bere caffè perché lo rende irascibile. Ma non si può dire di no all’ospitalità degli abitanti di Castellabate, e così tra un bicchiere di vino e un sorso di limoncello, i due postini si ritroveranno al Porto Turistico, nella frazione di San Marco.
La scena del concerto della banda del paese è girata nel Belvedere di San Costabile, una piazzetta panoramica a picco sul mare, che si trova sulla collina di Castellabate proprio di fronte al Castello dell’Abate che dà il nome al borgo. Alcune scene del film, ad esempio quella in cui Alberto scappa intimorito dai colleghi che lo inseguono, sono girate tra gli stretti vicoli, gli archi e le scale in pietra del borgo antico.
Passa il tempo e l’amicizia tra Alberto e i suoi colleghi si fa più profonda, in particolare quella con Mattia, che lo porta a pescare lungo il tratto di mare tra San Marco e Santa Maria di Castellabate chiamato Mare del Pozzillo.
Alberto si rende conto che la lontananza sta paradossalmente facendo bene al suo matrimonio, purché Silvia continui a mantenere i suoi pregiudizi sul Sud e sui suoi abitanti. Finché la donna, in un eccesso di solidarietà, decide di andare a verificare di persona le pessime condizioni di vita del marito. Sin dall’arrivo alla stazione di Castellabate (in realtà qui la stazione non esiste, le scene sono state girate presso la stazione di Capranica-Sutri in provincia di Viterbo), si troverà davanti ad uno scenario peggiore di quello che lui le ha raccontato. La messinscena organizzata dai colleghi dell’ufficio postale, con tanto di finto rapimento, viene allestita presso la Torretta, masseria fortificata seicentesca alle porte di San Marco di Castellabate e nella base militare di Persano (frazione di Serre in provincia di Salerno).
Nella scena risolutiva del film, sotto una pioggia di fuochi d’artificio, durante la festa del paese che si svolge presso la Marina Piccola (nel cuore di Santa Maria di Castellabate), Alberto si chiarisce con la moglie Silvia e Mattia si dichiara a Maria.
Alberto è illustre membro dell’Accademia del Gorgonzola, formaggio DOP originario della provincia di Milano che porta in assaggio alla madre di Mattia. Dopo un periodo a Castellabate, porta ai suoi colleghi accademici del Gorgonzola la zizzona di Battipaglia, mozzarella di bufala campana che ha la forma di un grosso seno.
Nel corso della prima colazione a Castellabate gli viene offerto, tra le altre cose, il sanguinaccio, nella versione cioccolato mischiato a sangue di maiale.
La cena con i nuovi colleghi campani consiste in una tavolata bandita con ogni ben di Dio tra cui: frittelle di neonata, ovvero pesce novello molto piccolo, ciambotta, stufato a base di verdure (la versione salernitana è composta da melanzane, patate, peperoni e, a volte, pomodori in padella), fusilli al ragù, fichi bianchi del Cilento e, immancabile, la pastiera, torta campana tipica del periodo pasquale, fatta di pasta frolla farcita con un impasto a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano bollito nel latte.
David di Donatello 2011: Migliore attrice non protagonista a Valentina Lodovini / Nastro d'argento 2011: Migliore sceneggiatura a Massimo Gaudioso
Remake del film francese del 2008 Giù al Nord. Alberto Colombo dirige un ufficio postale della Brianza ed è disposto a tutto per ottenere il trasferimento a Milano e far contenta la moglie, anche fingersi disabile. Scoperto l’inganno, per punizione, viene trasferito in Cilento a dirigere l'ufficio del piccolo paese di Castellabate. In poco tempo i suoi pregiudizi sul Sud vengono spazzati via dalla qualità della vita e ospitalità della gente del posto.