“Ho visto un paese capace di risolvere, attraverso l’accoglienza, non tanto il problema dei rifugiati, ma il proprio problema: quello di continuare a esistere, di non morire a causa dello spopolamento e dell’immigrazione. E ho voluto raccontare questa storia in un film che ha come attori i veri protagonisti”.
Wim Wenders, Berlino, 11 novembre 2009
Il documentario, 32 minuti girati in 3D, punta l'attenzione sul tema dell'accoglienza e racconta la storia vera di integrazione di una comunità di migranti che sono andati a ripopolare alcuni comuni calabresi che andavano svuotandosi.
Si inizia con Badolato di cui vendono inquadrati i vicoli del paese e il mare. Qui Peppino è l’ultimo bambino rimasto e non ha più nessuno con cui giocare a pallone. Fin quando non arriva una carretta del mare, con a bordo profughi, anche bambini, provenienti dall’Africa. Il bambino e il sindaco cercano di convincere il prefetto che il paese ha le strutture adeguate per accoglierli: finalmente Peppino ha qualcuno con cui giocare. Gli attori dello sbarco sono profughi veri, provenienti da diverse parti dell’Africa e stabilitisi a Riace, presso una comunità che ha colto l’opportunità dell’accoglienza per scongiurare il definitivo spopolamento del paese.
“Ho visto un paese capace di risolvere, attraverso l’accoglienza, non tanto il problema dei rifugiati, ma il proprio problema: quello di continuare a esistere, di non morire a causa dello spopolamento e dell’immigrazione. E ho voluto raccontare questa storia in un film che ha come attori i veri protagonisti”.
Wim Wenders, Berlino, 11 novembre 2009
Il documentario, 32 minuti girati in 3D, punta l'attenzione sul tema dell'accoglienza e racconta la storia vera di integrazione di una comunità di migranti che sono andati a ripopolare alcuni comuni calabresi che andavano svuotandosi.
Si inizia con Badolato di cui vendono inquadrati i vicoli del paese e il mare. Qui Peppino è l’ultimo bambino rimasto e non ha più nessuno con cui giocare a pallone. Fin quando non arriva una carretta del mare, con a bordo profughi, anche bambini, provenienti dall’Africa. Il bambino e il sindaco cercano di convincere il prefetto che il paese ha le strutture adeguate per accoglierli: finalmente Peppino ha qualcuno con cui giocare. Gli attori dello sbarco sono profughi veri, provenienti da diverse parti dell’Africa e stabilitisi a Riace, presso una comunità che ha colto l’opportunità dell’accoglienza per scongiurare il definitivo spopolamento del paese.
Technos Produzioni Cinematografiche
Un viaggio nel cuore della Calabria che ha aperto le proprie case ai profughi di tutto il mondo.