La vicenda è ambientata nell’immaginario paese salentino di Disperata, il cui nome si ispira a Depressa, frazione di Tricase da cui proviene il regista. Un posto lontano da tutto, che si fa vanto delle bellezze naturali che lo circondano, fatte di campagne sconfinate, ulivi, muretti a secco e sentieri che portano al mare e che qualcuno vorrebbe deturpate in nome di un discutibile progresso.
Girato interamente nel basso Salento, tra i comuni di Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo e Salve, in piazze e strade assolate e un po’ desolate, a pochi chilometri dalla costa Adriatica, che, in quel punto, è frastagliata e rocciosa e offre a chi vi si affaccia dalla litoranea tra Otranto e Santa Maria di Leuca panorami mozzafiato a picco su un mare turchese e, se il cielo è limpido, le montagne della vicina Albania.
Lungo la lingua di costa tra il Ciolo e Santa Maria di Leuca è stata girata una delle scene finali del film, il sopralluogo di Angiolino, che, improvvisatosi regista, sta per girare il film L’Arca di Disperata.
La vicenda è ambientata nell’immaginario paese salentino di Disperata, il cui nome si ispira a Depressa, frazione di Tricase da cui proviene il regista. Un posto lontano da tutto, che si fa vanto delle bellezze naturali che lo circondano, fatte di campagne sconfinate, ulivi, muretti a secco e sentieri che portano al mare e che qualcuno vorrebbe deturpate in nome di un discutibile progresso.
Girato interamente nel basso Salento, tra i comuni di Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo e Salve, in piazze e strade assolate e un po’ desolate, a pochi chilometri dalla costa Adriatica, che, in quel punto, è frastagliata e rocciosa e offre a chi vi si affaccia dalla litoranea tra Otranto e Santa Maria di Leuca panorami mozzafiato a picco su un mare turchese e, se il cielo è limpido, le montagne della vicina Albania.
Lungo la lingua di costa tra il Ciolo e Santa Maria di Leuca è stata girata una delle scene finali del film, il sopralluogo di Angiolino, che, improvvisatosi regista, sta per girare il film L’Arca di Disperata.
Presentato nella sezione “Orizzonti” al 74 Festival del Cinema di Venezia, racconta la strana amicizia tra il sindaco di Disperata Filippo Pisanelli e due fratelli ex aspiranti boss convertiti alla poesia e alla bellezza del Creato.